Kata

Kata

I Kata

I kata costituiscono la parte più essenziale del karate di Okinawa.

Ciò è sempre sottolineato dai maestri. Un proverbio dice che il karate inizia e termina con il kata.

Il karate di Okinawa si sviluppò sotto la forte influenza della Boxe Cinese e proprio nelle arti marziali cinesi si può trovare il concetto originario di kata.

I Kata Shotokan

NOME SIGNIFICATO ORIGINE CARATTERISTICHE
Heian Shodan
(I livello)
Heian: “Pace
dello spirito”.Il termine deriva dall’unione di due parole Heiwa e
Antei (pace e tranquillità).

Al fine di rendere evidente questo significato iniziano
tutti con una parata.

Si ritrovano anche in altri stili (con piccole differenze)
con il nome originario Pinan.

Alcuni
fanno risalire l’origine al M° cinese Koshokun
(Kushanku) creatore di Kanku-dai, altre fonti sostengono
che lcune parti siano state prese da Bassai.Il M° Yasuzune Itosu nel 1905 l’introdusse nelle
scuole secondarie, togliendo quelle tecniche che ne
avevano fatto l’arte per uccidere e trasformandoli
in una forma di ginnastica e di difesa personale.

Per questo motivo cominciano con una parata, espressione
di umilta e da Heiwa-Antei (Pace e Calma) divennero
Heian o Pinan.

Secondo
la tradizione il praticante che ha studiato a fondo
questi kata può affrontare con “calma
e tranquillità” tutte le situazioni.Questa serie di

kata comprende quasi tutte le posizioni di base del
karate Shotokan.

Heian Nidan
(II livello)
Heian Sandan
(III livello)
Heian Yodan*
(VI livello)
Heian Godan
(V livello)
Tekki Shodan
(I livello)
Tekki: “Cavaliere di ferro”.Il termine deriva dalla trasformazione effettuata
dal M° G. Funakoshi del nome originario del
kata cinese Naihanchi o Naifanchi (“combattere
mantenendo la posizione”).

Posizione fondamentale di questi kata é il
Kiba-dachi (posizione del cavaliere).

La tradizione narra che il M° Motobu conoscesse
soltanto il Tekki Shodan e, attraverso il suo studio
fosse arrivato a comprendere l’essenza del Karate.Il Tekki di primo livello (Sho Dan) é attribuito
al M ° Matsumura mentre quelli di secondo livello
(Ni Dan) e di terzo livello (San Dan) furono creati
dal M° Itosu utilizzando il Tekki Shodan come
modello.
Tutti e tre i Tekki si svolgono su di una linea
(Embusen) orizzontale utilizzando unicamente la
posizione Kiba-Dachi. Si dice che questi fossero
kata la cui applicazione prevedeva un combattimento
o con le spalle al muro o su una barca o ancora
su di una diga in un campo di riso.
Tekki Nidan
(II livello)
Tekki Sandan
(III livello)
Bassai-Dai Bassai:
“Distruggere, penetrare la fortezza”.Tale significato é reso chiaramente dalla
prima tecnica del kata che “entra” nella
tecnica dell’avversario avanzando in Kosa-dachi
destro chudan uchi kamae.
Sono diverse le scuole
che rivendicano l’origine di questo kata ma che,
come per la maggior parte dei kata, non é certa.Alcuni lo fanno risalire al M° Oyatomari (Oyatomari
no Bassai) altri dal M° Matsumura (Matsumura no
Bassai).
La caratteristica di
questo kata sono le parate veloci.
Kanku-Dai Funakoshi spiega che il termine originario era
Ku-Shanku e derivava dal nome del delegato militare
cinese (nonchè famoso esperto di boxe cinese)
che introdusse questo kata ad Okinawa (1700 circa).
Come per la maggior parte dei nomi di origine cinese
il M° Funakoshi trasforma il nome in Kwanku
(nell’uso corrente del termine la “w” viene
omessa) facendo riferimento al primo movimento
del kata dove si alzano le mani e si guarda il
cielo.Infatti il termine giapponese ora utilizzato é la
composizione di due ideogrammi (kan – ku) il cui
significato è: “guardare il cielo” .

Il suffisso “Dai” (grande) viene utilizzato
per distinguerlo dalla versione di Kanku “Sho” (piccolo).

E’ riferito ad otto avversari ed è il kata
più lungo dello Shotokan (65 movimenti).E’ un insieme di un grande numero di tecniche relativamente
semplici.
Jion Traduzione letterale: “Amore
di Buddha e riconoscenza”.Il nome originale Jion-ji significava ad Okinawa “suono
del tempio”. In Giappone “amore e grazia”.
In definitiva il nome indica il tempio Shaolin cinese
in cui ebbe forma primaria il kata.
L’origine può essere
riferita al Tempio di Jion dove si praticava lo Shaolin
(tipo di kung fu).E’ attualmente praticato nello Shotokan e nel Wado-Ryu.
Hangetsu Traduzione letterale: “Mezzaluna”.Il termine deriva dai movimenti semi-circolari
che effettuano frontalmente mani e piedi.

Il nome originale era seisan “tredici mani”,
nominato dalla scuola Shorei.

Kata okinawese della scuola Shorei. Segue, unico
tra i kata, le scuole interne delloShaolin-quanfa, base originaria dello shotokan.
I punti principali sono
il Mikazuki Geri e la particolare respirazione, che
deve essere ben studiata per sviluppare il controllo
e la potenza richiesti.
Empi Em: rondinePi: volo

“Volo di Rondine”, che sintetizza il tempo
di questo Kata che

copia dal volo di questo volatile la sua irregolarità.

Si dice sia stato introdotto
per il Sappushi Wanshu, e sia praticato nella regione
di Tomari. Si ritiene essere stato influenzato dal
Kempo cinese. Più tardi fu insegnato dal M° Sanaeda,
seguito dal M° Matsumura. Il M° Funakoshi
nel suo “Karate-Kenpo delle Ryu-Kyu” afferma
che ha 40 movimenti e ne conferma l’origine di Tomari.
Cambio di livello molto rapido e utilizzo della
massima potenza.
Jitte Kata
okinawese che significa “mano del tempio”.In Giappone viene chiamato anche Jite o Jutte, a significare
che, se ben appreso, il praticante è in grado
di far fronte a 10 avversari.

Altre fonti sostengono che il nome deriva dalla parata
Yama Uke, che compare nel Kata e che ricorda la sagoma
di un Jitte (Sai).

E’ un Kata di Tomari
Te.Esistono diverse interpretazioni in quanto alcuni stili
non considerano la difesa contro il Bo (Bastone).
Tecniche di difesa contro il bastone.Molte tecniche sono eseguite a mani aperte in Kiba-dachi;
non c’è nessun calcio.
Gankaku Gan:
rocciaKaku: gru

Come la gru su una roccia, che si difende dai suoi
nemici stando su un piede solo, la tecnica che caratterizza
il Kata è su un sola gamba con la guardia Jodan
Uchi Uke o la parata Gedan Barai.

In origine il kata si
chiamava chinto, il cui significato a Okinawa era
lottare contro l’est o dove sorge il sole.Altra definizione del nome è quella del marinaio
che dalla Cina lo introdusse ad Okinawa.
La posizione su una sola gamba richiede grande
equilibrio e concentrazione della potenza, per
poter contrattaccare simultaneamente Yoko Geri
e Uraken Uke. La posizione veniva effettuata in
origine con la pianta del piede contro l’interno
del ginocchio, mentre nella versione Shotokan si
effettua con il collo del piede sul cavo del ginocchio.
Bassai-Sho Gli ideogrammi del Passai
o Bassai significano “attraversare” o “distruggere
la fortezza”, ed evocano la rapidità e
la potenza dei movimenti di questo kata.Lo studio di questo Kata è indicato
per migliorare l’uso delle rotazioni dei fianchi.
Fu creato dal M° Itosu(il “pugno sacro” di Okinawa). Serie di difese a destra
e sinistra eseguite molto rapidamente.Parate e contrattacchi mirati alle articolazioni, contro
il Bo.

Controllo del centro di gravità in Kokutsu-dachi
e Zenkutsu-dachi mentre si effettuano parate a mani
aperte con prese e sbilanciamento dell’avversario con
successivo cambio di fronte pronti al nuovo attacco.

Kanku-Sho Kan: guardareKu: cielo

Dai: piccolo

Significato letterale: “Guardando il cielo”.

Fu creato dal M° Itosu
che si ispiro al modello di Kanku Dai.Chibana, il più avanzato allievo del M° Itosu,
studiò e diffuse questo Kata.
alto livello
Sochin “La grande calma”. Precedentemente classificato nel gruppo Arakaki,
conosciuto solo nello Shotokan e Shito Ryu, per
un certo tempo fu chiamato Hakko.
La posizione di quasi
tutto il Kata è Fudo-dachi (chiamata Sochin-dachi
dal nome del Kata), posizione che da l’impressione
di essere radicati al suolo.
Unsu
“Mani nella nuvola”.Il nome deriva dal movimento che compare due volte
nel Kata che serve per allontanare le mani dell’avversario
dopo aver parato. Il movimento delle mani che si
uniscono è simile alle nuvole che si scontrano
nella tempesta e che provocano il tuono.
Si tratta
di un Kata molto antico, di origine incerta, forse
appartiene alla Niigaki-Ryu.
La caratteristica del
Kata e che ogni fase si presenta a se stante.
Nijushiho Niju Shi: 24 (ventiquattro)Ho: passi

“Ventiquattro passi”, che corrispondono al
numero di spostamenti.

Origine
e creatore incerti.Probabilmente appartiene al gruppo di Arakaki come
Sochin ed altri.
Gojushiho-Dai Goju Shi: 54 (cinquantaquattro)Ho: passi

Dai: grande

“Cinquantaquattro passi”.

Prima era chiamato Useshi ed era il Kata più avanzatonello
Shuri-Te del M° Itosu.Sensei Funakoshi lo chiamò Hotaku per la
sua somiglianza con un picchio con il becco acuto,
che becca la corteccia di un albero.

Nella scuola del M° Kanazawa il kata inizia
con lo Zenkutsu-dachi destra seguita da Chudan
Kaki Wake Uke.

Il suo creatore chiamo DAI quello che includeva
tre tecniche: RYU UN NO UKE, OSAE HAITO UKE e SHIHON
NUKITE eseguite in sequenza.

Hotaku era il Kata preferito del M° Toyama.

Kata molto faticoso per il lavoro continuo sulla
gamba sinistra.Posizione specifica: Neko Ashi-dachi.
Gojushiho-Sho Goju Shi: 54 (cinquantaquattro)Ho: passi

Sho: piccolo

“Cinquantaquattro passi”.

Ji’in “Tempio dell’amore
di Buddha”.
Probabilmente è un
Kata di Tomari-Te e il M° Funakoshi lo chiamò Shokyo.
Difese doppie e simultanee.
Wankan Sconosciuto Anche conosciuto
come Shiofu e Hito appertiene a Tomari-te.Wankan fu adottato dallo Shotokan e dallo Shito-Ryu,
ma esiste una gran differenza tra le due versioni.
E’ il Kata più corto
dello Shotokan, ma presenta delle notevoli difficoltà tecniche.
Meikyo “Specchio splendente”. Il nome fu dato dal M° Funakoshi e precedentemente
era chiamato Rohai e diviso in tre: Shodan, Nidan
e Sandan.
C’è una tecnica nel Karate chiamata Sankaku
tobi (salto triangolare) supposta segreta e spirituale,
simile a quella eseguita alla fine del Kata.
Chinte “Tecniche non comuni”. Originario della Cina e praticato in Shito-Ryu
e Shotakan.
Numerose tecniche con le mani aperte e un solo
calcio; richiede l’uso estensivo delle spalle.Un Kata a distanza chiusa per la difesa personale,
adatto anche alle donne perchè non richiede
molta forza, con tecniche dinamiche ed ampi movimenti
circolari.

* Diversamente dal previsto il kata di 4° livello non si chiama “Heian SHI dan. Tale diversità é dovuta ad uno dei significati del termine SHI “morte”. Per questo motivo, al fine evitare assonanze che richiamassero significati non consoni alla filosofia del Karate, é stata utilizzata l’antica numerazione “Yon” o “Yo” per indicare il quattro.